Nuove scoperte sulla genetica dell’intervallo QT


Un gruppo di Ricercatori dell’Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia ( Inn ) del Consiglio nazionale delle ricerche ( Cnr ) di Cagliari, in collaborazione con vari gruppi nazionali ed internazionali facenti parte del consorzio QTSCD ( QT interval and Sudden Cardiac Death ), ha identificato nuovi geni responsabili della variazione dell’intervallo QT ovvero una misura della ripolarizzazione cardiaca ricavata dall’analisi dell’elettrocardiogramma, e ha confermato il gene NOS1AP, l’unico fino ad oggi noto quale responsabile di tali variazioni.

Secondo Serena Sanna, ricercatrice del progetto ProgeNIA dell’Inn-Cnr, che ha condotto questo studio in collaborazione con Arne Pfeufer, dell’Istituto di genetica umana di Munich, in Germania, e Dan Arking, della John Hopkins University di Baltimora, USA, si è a conoscenza che molti fattori, come l’età, il sesso e l’impiego di particolari farmaci influenzano la durata dell’intervallo QT, ma la componente genetica ha un ruolo molto importante. Conoscere tali fattori genetici aiuta a capire quali sono i meccanismi biologici e chimici di base che regolano la funzionalità di ripolarizzazione.

La ripolarizzazione è il processo durante il quale il cuore si ricarica dopo ogni battito.

La maggiore conoscenza del fenomeno permetterà in futuro di poter attuare un programma di prevenzione per i soggetti a rischio e di sviluppare nuove e mirate terapie. In particolare questi geni potrebbero rivelarsi dei modulatori in quelle condizioni più gravi, come la sindrome da QT lungo e la sindrome da QT corto, disordini del sistema elettrico del cuore responsabili di aritmie ventricolari pericolose che possono talvolta causare morte improvvisa da arresto cardiaco.

Per scoprire quali varianti del DNA influenzano questo parametro cardiaco nella popolazione generale, i Ricercatori dell’Inn-Cnr hanno utilizzato l’approccio noto come GWAS ( Genome-Wide Association study ).
Il DNA di 4300 individui sardi è stato studiato per 2 milioni e mezzo di variazioni nucleotidiche ( SNP), e lo stesso è stato fatto per altri 12.000 individui provenienti dall’Alto Adige, dalla Germania, e dagli Stati Uniti, che si sono sottoposti ad un elettrocardiogramma e ad un prelievo di sangue. Con dei nuovi metodi di bioinformatica è stato possibile analizzare tutte queste informazioni insieme e scoprire quali varianti tra le milioni studiate sono associate alla variazione dell’intervallo QT. ( Xagena2009 )

Fonte: CNR, 2009


Cardio2009


Indietro

Altri articoli

Alcuni dati hanno indicato che l'antidepressivo Citalopram ha un rischio maggiore di prolungamento dell'intervallo QT corretto ( QTc ) rispetto...


L'infiammazione sistemica e l'ipogonadismo maschile sono due fattori di rischio non-convenzionali sempre più riconosciuti per la sindrome del QT lungo...


Le decisioni complesse che devono affrontare i team clinici che si prendono cura di pazienti gravemente malati di malattia da...


Voriconazolo ( Vfend ), un antimicotico triazolico, è frequentemente prescritto in una popolazione complessa di pazienti con comorbilità che richiedono...


Quando combinato con Sotalolo ( Sotalex ), il contraccettivo orale Drospirenone ( Yasmin, Yasminelle, Yaz ) è risultato associato a...


Gli individui con artrite reumatoide sono ad aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa, un risultato aumentato in quelli con prolungamento...


Il prolungamento dell'intervallo QT indotto da farmaci, un fattore di rischio per aritmie ventricolari pericolose per la vita, è un...


Tenendo conto del parere del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza ( PRAC ), Chiesi Farmaceutici, in accordo...


Una meta-analisi di dati pubblicati è stata condotta per studiare i rischi complessivi di ipertensione e prolungamento dell’intervallo QTc...


Il prolungamento dell'intervallo QT all'elettrocardiogramma ( ECG ) è un marker di rischio di aritmie ventricolari e di mortalità per...